giovedì 25 agosto 2011

Veltroni: "Dimezziamo il parlamento ma non dimezzate il mio stipendio"

OFF
Da I segreti della casta di Montecitorio di Spider Truman
L´intervento di Walter Veltroni sul Corriere della Sera di qualche giorno fa mi ha convinto dell´insostenibile superficialità della casta. Sono talmente fatui questi signori che, senza particolari differenze tra destra e sinistra, modificare la Costituzione per loro è uno sport come la caccia alla volpe per i lord inglesi.
Se non hai proposto di modificare almeno un articolo della Costituzione, scritta da personaggi la cui cultura e storia personale era incommensurabile con l'attuale pochezza bipartisan, vuol dire che non sei un vero leader.
Peccato che finora queste modifiche costituzionali, quando portate a segno, hanno fatto danni ai conti pubblici e al funzionamento della macchina amministrativa.
Nel 2001 il centrosinistra, per cercare inutilmente di rubare voti alla Lega, introdusse il federalismo e altre amenità nella Costituzione.
Perché nessuno racconta quanto è aumentata, grazie a questa genialata, la spesa pubblica nei 10 anni a seguire?
Ma si sa che in Italia contano gli annunci e non la sostanza.
Ora Veltroni propone l'ennesima scialuppa di salvataggio a Berlusconi (d'altronde è il suo mestiere): modificare la Costituzione con accordo bipartisan!
Per fare cosa?
Introdurre il vincolo del pareggio di bilancio (proposta del governo) e dimezzare il numero dei parlamentari (proposta di Veltroni).
Sulla prima proposta non mi sorprende che Veltroni sia d'accordo con Berlusconi ma non sono un economista, ma all'università ho studiato Keynes mentre Veltroni distribuiva le figurine Panini con L'Unità e mi sembra che l'economista inglese aveva qualche ragione in più rispetto a quei liberisti che stanno conducendo per la seconda volta il mondo in un baratro. Ma la proposta veltroniana è la vera chicca della casta dei miracoli: dimezziamo il costo del parlamento! Per farlo basta una legge ordinaria di una riga che dimezzi indennità, emolumenti vari e vitalizi dei parlamentari e di conseguenza dei consiglieri regionali. Ci si metterebbe un attimo ad approvarla se ci fosse la volontà politica ma dato che non c'è si preferisce proporre una complicatissima modifica costituzionale che con tutta probabilità per l´ennesima volta non si realizzerà. Dimezzare il numero dei parlamentari ma non i loro privilegi ha però un vantaggio per i signori della casta per i quali vale lo slogan orwelliano della Fattoria degli animali. Dimezzando il numero dei parlamentari si lasciano intonsi i privilegi dei big, come Veltroni, che si autoeleggeranno come accade da sempre. In caso di vittoria del suo referendicchio Veltroni sarà, come tutti i presunti leaders, in un bel collegio sicuro per godere dei soliti privilegi.
Con il Porcellum attuale Veltroni sarà in cima alla lista e nominato eccellente.
Tagliare il numero dei parlamentari significa ridurre il numero dei peones senza minacciare i privilegi dei leaders.
Insomma l'obiettivo di tagliare il numero dei parlamentari è una fregatura per non parlare della cosa più semplice da fare dentro una qualsiasi manovra: un bel taglio immediato al privilegio che collochi il trattamento dei nostri eletti almeno su una media europea! Il resto sono chiacchiere e fregature!
S.T.
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