lunedì 5 marzo 2012

India, i marò vanno in carcere

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Il giudice indiano della corte di Kollam ha deciso il trasferimento dei marò in custodia giudiziaria nel carcere di Trivandrum con effetto immediato.
Il giudice di Kollam ha disposto che i due marò ricevano in carcere un trattamento differenziato, dato il loro status particolare. E ha lasciato alla polizia e alla direzione generale delle prigioni la libertà di disporre in seguito una diversa forma di custodia.

PIRATI O PESCATORI?
Mercoledì 15 febbraio al largo delle coste indiane due militari italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, del Reggimento San Marco imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie, hanno sparato ad un peschereccio, convinti che a bordo ci fossero dei pirati pronti ad attaccare il mercantile. Secondo il racconto dei due marò gli spari sarebbero state solo delle raffiche in aria. Ma ci sono due uomini morti e secondo il governo di Delhi si sarebbe trattato solo di due pescatori e ad ucciderli sarebbero stati proprio gli italiani.

Tra Italia e India c'è già molta tensione e non sembrano esserci spiragli per un accordo tant'è che i due militari sono già stati accusati dell'omicidio e per loro c'è il serio rischio di una condanna a morte o all'ergastolo.
L'ordinanza con cui il giudice indiano A.K. Gopakumar ha deciso oggi a Kollam un periodo di custodia giudiziaria dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ha escluso esplicitamente per loro un trattamento di favore non previsto dalle leggi indiane, mostrando però di aver recepito la complessità della causa in oggetto.
Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa statale Pti, il magistrato ha disposto in linea generale la custodia giudiziaria dei due ''nella prigione centrale di Thiruvananthapuram (Trivandrum)''.
La corte, comunque ha impartito disposizione alle autorità carcerarie affinché i marò non siano alloggiati con gli altri detenuti, sia loro concessa assistenza medica ed un permesso di interagire con visitatori italiani ogni giorno per un'ora fra le 10 e le 13.
Per quanto riguarda la richiesta di una residenza esterna al carcere come richiesto dai loro legali, riferisce l'agenzia, ''il magistrato ha detto che questo tema non era direttamente di competenza del tribunale''. Se tuttavia il Direttore generale aggiunto (Adgp) responsabile per le prigioni ritenesse che ciò fosse necessario, ha precisato il magistrato, potrà prendere una decisione dopo aver consultato il governo dello Stato ed aver tenuto conto degli aspetti della sicurezza.
Infine il giudice Gopakumar ha chiesto alle autorità della prigione di provvedere alla fornitura di cibo italiano per i marò durante la loro detenzione.
Il Governo italiano esprime ''vivissima preoccupazione'' per le decisioni dei giudici indiani in merito ai due marò e ritiene ''inaccettabili'' le misure adottate nei loro confronti. Lo si è appreso da una nota della Farnesina. Il segretario generale Massolo su indicazione di Terzi lo ha detto all'ambasciatore indiano a Roma.
Nel definire inaccettabili tali misure in considerazione dello status dei nostri due militari e nel sottolineare l'estrema sensibilità della questione per le Autorità italiane, per le famiglie e per l'opinione pubblica e parlamentare italiana, l'Ambasciatore Massolo - prosegue la nota - ha ribadito la ferma richiesta che ogni sforzo venga fatto per reperire prontamente per i nostri militari strutture e condizioni di permanenza idonee.
Al vaglio degli investigatori ci sono anche le testimonianze dell'equipaggio del mercantile che ha affermato che il peschereccio con i pescatori morti sarebbe diverso, per forma e colore, da quello avvistato.
Un importante contributo dovrebbe venire anche dai risultati dell'autopsia dei cadaveri. E poi bisogna aspettare le analisi di una ventina di fori, rilevati sulla chiglia del peschereccio, che potrebbero far risalire facilmente agli autori degli spari visto che i militari italiani hanno dichiarato di aver sparato in aria.
Per il governo indiano non vi sono dubbi sulla colpevolezza dei nostri connazionali e inoltre, trattandosi di vittime indiane e per giunta innocenti, 'deve prevalere la legge della territorialità. L'ambasciatore Giacomo Sanfelice al contrario dice che l'episodio essendo avvenuto in acque internazionali, è di competenza italiana.
La Farnesina ha diramato un comunicato in cui ufficializzava il mancato accordo, evocando 'atti unilaterali' da parte della polizia indiana e ribadendo che i militari a bordo della petroliera 'godono della immunità della giurisdizione rispetto agli Stati stranieri'.
Il caso di Battisti a spasso sulle spiagge di Rio alla faccia dei parenti delle sue vittime, ci dimostra che l'Italia vale un fico secco a livello internazionale e la questione indiana ne è una conferma.
Ma noi italiani continuiamo a fare i buonisti  e ad aprire le porte di casa nostra a tutti mentre il governo si limita ad esprimere "vivissima preoccupazione" all'ambasciatore indiano.
Mentre lo stato italiano protesta "sottovoce", Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rischiano la pena di morte o l'ergastolo secondo l'art. 302 del codice penale indiano. Che schifo!

3 commenti:

  1. Ragazzi è il colmo volete vedere che i nostri militari dovranno subire le angherie di questi uomini ignoranti, non conoscitori di democrazia. Daltronte chi venera una mucca la civiltà se la sogna, con questo non voglio essere razzista, ma questo paese le leggi internazionali le conosce? O vogliono usare quelle del fiume sacro? Governanti Italiani (se lo siete) alzate la voce e fatevi rispettare sono anche vostri fratelli.

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  2. Mi vergogno di essere italiano di questa italietta che non conta nulla nel mondo. Ma che razza di governo è quello che manda i nostri soldati a fare il loro dovere e poi li abbandona a loro stessi, in balia di quattro trogloditi di indiani analfabeti ed ignoranti, solo perchè ci sono sotto interessi economici. Tutto questo alla faccia e in spregio al diritto internazionale palesemente violato da questo stato che dovrebbe pensare, prima di fare il grande solo per i suoi grandi numeri, ai loro cittadini (che noi co.....ni continuamo ad assistere e ad aiutare gratis senza nulla pretendere) che muoiono di fame lungo i marciapiedi. E l'Europa così tronfia e potente non ha aperto bocca o mosso un dito. Vorrei essere Statunitense, loro li avrebbero portati a casa subito in barba a quei baluba di indiani del c....o:

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  3. Se si trattava di soldati americani erano rientrati a casa il giorno dopo e se ne stavano bevendo birra e mangiando hamburger alla faccia degli indiani, noi invece riusciamo a farci arrestare pure i soldati che compiono il loro dovere! SIAMO RIDICOLI!

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